“ECCO LA DIMORA DI DIO CON GLI UOMINI. La Parrocchia di Santa Caterina da Siena – alle Padovanelle (o come risulta dall’atto originale della Curia di Padova: Parrocchia Padovanelle) è nata ufficialmente il 6 GENNAIO 1977. Il Comm. Ivone Grassetto aveva tempo prima fatto dono alla vicina Parrocchia di San Marco di Ponte di Brenta il terreno perché nel Quartiere che stava per sorgere ci fosse anche una nuova Parrocchia con la sua Chiesa. Il Vescovo di allora, S.E. Mons. Girolamo Bortignon, fu contento del gesto del Commendatore e curò personalmente, fin dal suo sorgere, la Parrocchia di Santa Caterina da Siena venendo alla benedizione delle prime opere e continuò la sua predilezione per questa Parrocchia con visite inaspettate, ma graditissime. Il primo Parroco fu DON GUGLIELMO, già vicario di San Marco, che venne sostituito nel settembre del 1981 da DON EMILIO. Nel 2000 arrivò DON LODOVICO, che nel gennaio del 2008 fu avvicendato da DON ELIA. Il 21 settembre 2008 giunge il nuovo Parroco DON GIUSEPPE, che rimane in Parrocchia di Santa Caterina fino al 30 settembre 2012 quando arriva DON GIULIANO.
Trovare il nome del Santo (come si dice in linguaggio canonico: il “Titolo”) al quale si dedica comunemente una Chiesa, fu un pochino complesso. Dapprima si pensò di dedicare la nuova Parrocchia “ai Santi patroni d’Italia Francesco d’Assisi e Caterina da Siena”. Certo avrebbe portato confusione il nome di Francesco d’Assisi, già titolare di una antica ed importante Parrocchia della città. Qualcuno ebbe allora una idea brillante, una ispirazione: poiché in città la maggioranza delle Chiese era stata dedicata a Santi, perché non dedicarla ad una Santa come Caterina da Siena, patrona d’Italia, dottore della Chiesa e presto Patrona d’Europa? Per non dimenticare la vicenda dei “due Santi Patroni d’Italia”, sul grande Crocefisso che domina la parete sopra l’altare, il Prof. Bolzonella ha dipinto entrambi i volti dei Santi.
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Semplice lettura della forma della Chiesa Parrocchiale di Santa Caterina da Siena e dei suoi “segni”
ESTERNO: osservando la Chiesa dalla piazza, la sua forma ricorda una capanna, una tenda. Esprime la provvisorietà della vita terrena ed il fatto che il popolo cristiano sia sempre in cammino verso la Terra promessa.
CAMPANILE: con la sua struttura verticale indica il cielo. La campana è voce di Dio che raduna il suo popolo per celebrare i “santi misteri”.
GRANDE LUCERNARIO: che percorre tutta la parte superiore della Chiesa, offrendo una grande luminosità all’ambiente, simboleggia la luce che “viene dall’alto”, la luce di Dio che fa dei Cristiani i figli della luce.
TABERNACOLO: che custodisce l’Eucarestia è collocato al centro di una grande finestra aperta sul mondo: è un invito ad entrare con Cristo nel mondo e, dal mondo, entrare per incontrare il Cristo ed i fratelli.
CROCE: è posizionata sopra l’altare e colpisce chi entra in Chiesa. Il Prof. Bolzonella, che ha eseguito l’opera, ha visto con occhi moderni i crocefissi dei mistici medioevali. Il Cristo morto in croce indica tutto il dolore causato dai peccati dell’umanità. Ma la croce per il cristiano non è solo segno di dolore e di morte, ma anzi di vita e di vittoria, perché da Cristo morto e risorto è venuta a noi la salvezza.
Per questo la Croce che sorregge il Cristo contiene i segni della sua divinità:
- il colore azzurro, il colore del cielo e quindi dell’infinito, indica che Colui che è morto per noi è il Dio Infinito;
- il fondo dorato che avvolge la croce ed il crocefisso, l’oro simboleggia la santità, la divinità, indica Dio che si è sacrificato per noi.
La croce porta alle estremità 4 “lobi”: in due sono ritratti i Patroni d’Italia, Santa Caterina da Siena e San Francesco d’Assisi, così come li videro due pittori loro contemporanei, il Vanni e Giotto; mentre, nel lobo superiore della croce, compare l’abbreviazione del motivo della condanna di Gesù: I.N.R.I. e cioè “Gesù nazareno re dei Giudei”; infine, nel lobo inferiore, sono riprodotti gli strumenti della Passione di Gesù: la lancia, la spugna issata su una canna ed il martello.
MADONNA CON IL BAMBINO GESÙ IN BRACCIO: è stata scelta perché pregassimo e vedessimo in Lei la Madre Immacolata di Dio e la nostra Madre Celeste, sempre bella e giovane come deve essere la Chiesa e l’anima di ogni cristiano.
BATTISTERO: è il luogo che vede la nascita di ogni cristiano alla Vita di Dio, la Grazia. È stato concepito a forma circolare, con la vasca al centro e la luce che viene dall’alto: indica l’abbraccio della Chiesa che accoglie i figli di Dio che devono essere testimoni della Luce.
BANCHI: disposti in 4 file, consentono due posizioni ai Cristiani: in piedi o seduti. Dall’ultima riforma Liturgica risultano questi due atteggiamenti del cristiano in Chiesa: “in piedi”, come l’Agnello risorto dell’Apocalisse, indica ai fedeli la loro condizione di salvati, di risorti; “seduti” è l’atteggiamento di chi ascolta la Parola di Dio, la meditazione.
VIA CRUCIS: sono 14 stazioni: 14 scene tratte dal Vangelo e rappresentano la condanna, la passione e la morte in croce di Gesù.